“I vaccini oggi sono le nostre forze alleate che progressivamente stanno liberando le popolazioni dall’oppressione pandemica. Pfizer, Moderna, AstraZeneca sono sbarcati, hanno aperto dei fronti e in alcune situazioni stanno già vincendo: Israele, Stati Uniti e Regno Unito. In altre sono più indietro, come capita all’Europa. In altre, come in Africa, la battaglia non è ancora iniziata, ma i vaccini dovranno arrivare anche lì, liberare ovunque, altrimenti l’oppressione pandemica non si sconfigge. Ripartiremo di slancio, con entusiasmo ed energia inimmaginabili, basta osservare cosa accade quando viene allentato il lockdown, esplode la voglia di vivere”.
In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, il Cav. Lav. Ennio Doris ha spiegato la sua grande fiducia nei vaccini in grado di portare il Paese fuori dalla drammatica crisi pandemica e ha condiviso il suo pensiero sul post-Covid. Una visione ottimista che mette in discussione la gestione dei capitali e il rapporto imprese – banche.
“Per la nostra economia serve snellire le procedure, investire nelle infrastrutture per accorciare la Penisola e la spinta digitale. E poi bisogna consentire all’imprenditoria italiana, che non ha eguali al mondo per ingegno, di poter finalmente competere ad armi pari con la concorrenza. La nostra economia è bancocentrica, le nostre imprese sono finanziate per il 95% dalle banche. C’è bisogno di un moderno, ampio e trasparente mercato finanziario, come quello americano, quello inglese”.
“I Piani individuali di risparmio devono ripartire. Nel decreto Sostegni al Senato c’è un emendamento per innalzare la quota del beneficio fiscale per i sottoscrittori dei Pir da 30.000 a 100.000 euro l’anno. E’ indispensabile per arrivare a quel moderno mercato dei capitali necessario al nostro Paese. Serve a canalizzare una delle principali risorse di questo Paese, l’enorme risparmio privato, verso l’economia reale. Un lusso, anzi uno spreco che non possiamo più permetterci”.