“Io non sono affatto convinto che alle persone anziane di oggi si debba comunicare con un linguaggio specifico. Equivarrebbe a dar loro dell’anziano, non piace a nessuno. Vale per me, per tutti i miei amici settantenni e vale per tutta la mia generazione. Non vogliamo essere considerati una categoria a parte e quando percepiamo di essere destinatari di un linguaggio caratterizzato come “per anziani’; ci sentiamo ghettizzati. Oggi si invecchia molto più lentamente e i settantenni hanno le stesse ambizioni dei cinquantenni, talvolta ancora le stesse passioni. Anche il linguaggio e il modo di vestire sono simili a quelli di persone più giovani e le cose che ci piacciono e che ci fanno appassionare le viviamo allo stesso modo. I senior vogliono una comunicazione che prescinda dall’età, perché a nessuno piace essere discriminato su base anagrafica. L’anzianità è un modo di vivere e sentire la vita. Finché non ce l’hai, finché non ne soffri, sei ancora giovane, qualunque sia la tua età, e come tale vuoi essere considerato. Inoltre, bisogna ammetterlo, è anche un fattore di aspirazionalità. Anche se la macchina di lusso o l’orologio premium sono comprati da persone senior, non voglio che alla guida dell’auto ci sia un anziano o che il polso che vedo nella pubblicità sia quello di un vecchio”.
Il Cav. Lav. Franco Moscetti ha commentato così, nell’ambito di un’ampia intervista pubblicata dal magazine Economy, il tema dell’isomorfismo demografico che porta a considerare, in primis in termini di marketing e comunicazione, tutti i consumatori giovani ignorando di fatto un mercato potenziale da 200 miliardi di euro.