“Riapriamo i cantieri per costruire il ponte sullo Stretto di Messina con la flessibilità per la ricostruzione del Viadotto Morandi. Abbiamo dimostrato che possiamo costruire rapidamente e bene. Apriamo i cantieri, anche per usare i fondi europei” ha dichiarato il Cav. Lav. Ennio Doris nell’ambito di un’intervista rilasciata a Repubblica in cui oltre a commentare gli sviluppi in corso di Mediobanca ha lasciato la sua testimonianza in merito al rilancio del Paese post pandemia.
“Il credito d’imposta del 110% per lavori di ristrutturazione è una buona idea, ma poi si dice no alle seconde case e alle case cosiddette di lusso. Ora c’è un emendamento per aggiungere le seconde case, aggiungiamo anche le case di lusso! Se l’obiettivo è creare lavoro, chi ha più mezzi potrà essere incoraggiato a spendere di più” ha commentato Doris precisando anche la sua visione sul fronte finanziario: “Vorrei proporre di riprendere e ampliare i piani ad alto risparmio introdotti dal governo Renzi con la legge di stabilità 2017. Strumento semplice: si prevedeva un’esenzione fiscale per investimenti in azioni o titoli obbligazionari fra i 30.000 e i 150.000 euro destinati ad aziende italiane. Per avere l’esenzione dalla tassa di successione e dalla tassa del 26% su plusvalenze o interessi si doveva mantenere l’investimento per almeno cinque anni, occorreva investire il 70% dell’ammontare in Italia e il 30% di questo 70%, dunque il 21% del totale, in imprese più piccole. L’operazione ha avuto grande successo, noi siamo partiti per primi impegnandoci a raccogliere da soli 3 miliardi di euro in 12 mesi contro una stima originaria complessiva del governo di 1,8 miliardi. Dopo i nostri primi successi il resto del mercato ha seguito e si sono raggiunti in meno di un anno 10,9 miliardi di euro. Non solo, contro le 16 aziende andate in Borsa nel 2016, nel 2017 ce ne furono 32 e l’anno dopo 39. Ma il punto è che si trattava di un’innovazione chiave perché gettava le fondamenta per creare accessi finanziari per le aziende alternativi alle banche. Poi arriva il governo Giallo Verde e blocca tutto con due modifiche alla legge per allargare i finanziamenti fuori dalla borsa e il mercato è crollato”.
Nessun dubbio nemmeno sulla valenza del Mes: “Offrono 37 miliardi a costo quasi zero con la sola condizione di destinarli alla sanità. E abbiamo dubbi? Se il Pd ha una cultura amministrativa solida, la resistenza dimostra i limiti dei Cinque Stelle. In più esprimono una cultura statalista di invidia contro le imprese. Ma devono contribuire allo sviluppo, per questo dico: accettate il MES, è una cosa seria e il Parlamento vi seguirà”.