Il lungo periodo di chiusura ha messo a dura prova la tenuta delle aziende lombarde e italiane e gli effetti delle misure introdotte per contenere la diffusione del Covid-19 hanno prodotto una caduta molto drastica delle attività economiche. Noi imprenditori l’abbiamo detto fin dall’inizio: la priorità è certamente la salute, ma bisogna fare attenzione a non creare paure e paralizzare l’economia, dato che la congiuntura dell’industria italiana era molto problematica già da prima. Le imprese devono poter lavorare nel rispetto della sicurezza e della salute dei propri collaboratori, attuando tutte le precauzioni negli ambienti di lavoro, attrezzando le postazioni in modo appropriato e conforme alle disposizioni in materia. Purtroppo in Italia, ripetiamo da tempo, si è sviluppata una cultura anti-impresa che appare ormai diffusa in ogni parte della società, cominciando da una certa classe politica, e che anche in questa situazione ha mostrato i suoi effetti. Da qui la scelta di chiudere interi settori produttivi, senza calcolare gli effetti devastanti e le ripercussioni sulle filiere e sui mercati nazionali e internazionali.
Dopo il problema sanitario ci troveremo ad affrontare una crisi socio-economica di portata mondiale. Si modificheranno i mercati, i consumi e le abitudini delle persone, portando così a una forte riduzione della produzione industriale. Conseguenza immediata sarà una minor richiesta di personale e quindi una inevitabile disoccupazione di molti lavoratori. Il nostro auspicio è che tutti insieme, istituzioni, imprese, rappresentanze sociali e di categoria, insomma tutti gli attori della società, possano trovare la forza e la volontà per superare questa drammatica situazione, privilegiando l’interesse generale agli interessi di bottega.
Per permettere una reale ripresa del tessuto industriale servono interventi più coraggiosi e concreti, che garantiscano alle aziende un rapido accesso alla liquidità, sblocchino investimenti e opere pubbliche, eliminino la burocrazia e attivino incentivi all’acquisto di beni, permettendo alle imprese di guardare al futuro con fiducia. È necessario fare di più per sostenere adeguatamente imprese e famiglie; l’alternativa è un impoverimento generale e duraturo che riporterà i livelli di ricchezza indietro di quarant’anni. Bisogna però fare presto, vanno prese decisioni urgenti e straordinarie per evitare che il patrimonio industriale fatto da piccole, medie e grandi aziende venga cancellato.